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Il 2024 è stato un anno favorevole al girasole, che occupa ormai stabilmente in Italia 280 mila ettari (concentrati per la maggior parte in Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche) ed anche i prezzi di mercato sono stati soddisfacenti, con quotazioni intorno ai 44-45 euro/t. Le previsioni degli esperti per il 2025 dicono che i prezzi del girasole dovrebbero mantenersi sui livelli del 2024, data la minor produzione comunitaria e le basse rese dell’Ucraina, che è il nostro principale bacino di approvvigionamento. In Italia rimane l’anomalia di un mercato di questo prodotto piccolo, con un’offerta molto frammentata, una domanda caratterizzata da pochi clienti ed inoltre non si può fare riferimento ad un prezzo “trasparente” perché, tranne che per brevissimi periodi, le borse merci non quotano il girasole.
Con un percorso colturale tradizionale, coltivare girasole costa circa 900 euro/ha, ma si possono risparmiare almeno 200 euro/ha se si applicano le lavorazioni conservative al posto dell’aratura. Lo scorso anno il margine per l’agricoltore in Centro Italia è stato di circa 450 euro/ha, con produzioni da 24 a 28 ql/ha in terreni non irrigui. Quindi il girasole rimane un’alternativa colturale di successo anche per le aree marginali e meno fertili.
RV Venturoli per la campagna 2025 propone per il secondo anno un nuovo ibrido di girasole N4H471-CL di ciclo medio, dotato di alto potenziale produttivo con ottima tolleranza a peronospore e phomopsis. La pianta è di altezza medio-bassa, con una calatide che si reclina nel corso della maturazione e quindi è meno soggetta ai danni da uccelli.
N4H471-CL è un ibrido Clearfield, quindi il diserbo è affidato al principio attivo imasamox, con un solo passaggio in post-emergenza, che assicura massima efficacia anche in situazioni di forti infestazioni.
La semina del girasole va effettuata tra marzo e aprile, alla profondità di 3-4 cm, con una distribuzione di 70-90 kg/ha di azoto, che può essere aggiunto anche nel corso del periodo vegetativo ma senza esagerare.
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