​Secondo le indicazioni del Forage Team dell’Università di Torino, l’azienda zootecnica deve investire ad erba medica una quota importante, dal 15 al 35% della superficie aziendale ed infatti da alcuni anni, anche per rispettare le norme sulla diversificazione colturale della PAC, l’erba medica trova sempre più spazio nei piani colturali.

È una leguminosa pluriennale azotofissatrice ma è capace di utilizzare al meglio anche i reflui zootecnici, non richiede interventi di diserbo, è perfettamente complementare con la doppia coltura loglio italico-mais abbinandosi perfettamente al mais dato che l’erba medica incrementa la fertilità del terreno e riduce la pressione delle infestanti e delle fitopatie.

Ha un elevato contenuto proteico e quindi offre all’azienda agricola la possibilità di incrementare l’autosufficienza aziendale in termini di proteina, riducendo così gli acquisti di nutrienti dal mercato.

L’erba medica è dotata di un apparato radicale fittonante che già al secondo anno si sviluppa in profondità oltre 1,5 metri, per raggiungere nei suoli sciolti anche i 3 metri.

Al terzo anno di età i residui e le radici del medicaio lasciano nel suolo, a favore delle colture che seguono, oltre 300 kg di azoto per ettaro, resi gradualmente disponibili.

RV Venturoli da quest’anno lancia sul mercato BRIONOVA una nuova medica prodotta in Italia che non è un ecotipo ma una varietà, quindi dotata di un più elevato potenziale produttivo.

Presenta un’ottima resistenza al freddo ed ha una pronta ripresa primaverile, garantisce più sfalci in stagione arrivando anche a 5 ed un elevato indice di copertura del terreno.

L’epoca di semina ideale è all’inizio di marzo, con una dose di 30-35 kg/ha, a spaglio o a file, con interfila 15-20 cm. Si raccomanda di fare molta attenzione alla profondità di semina, che non deve mai andare oltre i 2 centimetri. Ideale anche per trasemine in medicai datati o prati.